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August 15, 2022
President dell’eventoi: Corrado Fantini – Adolfo Renzi

Lettera di Presentazione dell’Evento (Prof. Adolfo Renzi): Le patologie funzionali dell’apparato digerente sono tutte quelle condizioni morbose in cui le normali funzioni dell’apparato digerente sono alterate e alla cui origine non è evidenziabile alcuna causa organica. Queste alterazioni funzionali possono affliggere ogni tratto dell’apparato digerente, in particolare il giunto esofago-gastrico e giunto retto-anale, ed hanno spesso un decorso molto lungo con sintomi fortemente debilitanti sulla qualità della vita di chi ne soffre. Un ruolo molto importante nel trattamento di queste patologie, tra cui la malattia da reflusso gastro-esofageo (mRGE), la sindrome da ostruita defecazione (SOD) e l’incontinenza anale (IA), è affidato alla chirurgia, cosiddetta funzionale, sebbene indicazioni e limiti di questa chirurgia sono ancora oggi oggetto di animato dibattito tra gli specialisti.

La mRGE, in particolare, è una delle più comuni patologie funzionali dell’apparato digerente con presenza di sintomi nel 40% della popolazione di età superiore a 40 anni. La malattia è dovuta al passaggio del contenuto gastrico in esofago (reflusso) che è considerato patologico quando è in grado di provocare la comparsa di sintomi o causa lesioni della mucosa esofagea. Il trattamento chirurgico della mRGE è efficace e duraturo con risultati superiori alla terapia medica per controllo dei sintomi e miglioramento della qualità di vita. Ciò nonostante, le complicanze della chirurgia, soprattutto in termini di difficoltà all’alimentazione post-operatoria (disfagia), sono motivo di ritrosia nella indicazione di questo approccio terapeutico. Inoltre poco chiaro è come approcciare al trattamento chirurgico della mRGE nel paziente candidato a chirurgia bariatrica, nota come chirurgia dell’obesità. 

In merito la SOD, va ricordato che tantissime donne (e molti uomini) ne soffrono quotidianamente. Costoro non hanno una normale defecazione, sia come tempi, sia come frequenza di evacuazione. Non si tratta però di una stipsi dipendente da una dieta inappropriata, ma da vere e proprie alterazioni anatomiche e del canale retto-anale (prolasso rettale, rettocele) che determinano una reale ostruzione alla defecazione. Interminabili minuti passati sul water, necessità di spingere oltre misura, il dover ricorrere a manovre manuali e clisteri e la costante sensazione di avere ancora la necessità di andare in bagno, ne sono i sintomi più comuni. Da diversi anni, sono state proposte varie tecniche chirurgiche pre migliorare tutto ciò e la chirurgia funzionale dell’apparato digerente, anche in quest’ambito, ha fatto enormi passi avanti che vanno il più possibile condivisi.

L’incontinenza anale, infine, è anch’essa una patologia funzionale dell’apparato digerente dai costi sociali alti. Per IA si intende la perdita involontaria di feci o gas o l’incapacità a trattenere il contenuto rettale per un tempo sufficiente a recarsi in un ambiente idoneo all’evacuazione. Non esistono dati certi sulla prevalenza nella popolazione generale in Italia, tuttavia si stima che ne sia affetto circa il 2% della popolazione con percentuali significativamente più alte tra gli anziani. Diverse procedure chirurgiche sono state proposte di recente, spesso a carattere mini-invasivo e con promettenti risultati nel controllo dei sintomi. Molti specialisti si dedicano con attenzione a questa patologia in una fervente attività scientifica nella quale argomenti di dibattito non mancano di certo.

In conclusione, la partecipazione a questo evento mira a dare a colore che ne prenderanno parte tutte le informazioni epidemiologiche, diagnostiche e terapeutiche sulle più importanti e diffuse patologie digestive funzionali di interesse chirurgico. In aggiunta, la realizzazioni di due corsi precongressuali rappresenta un ulteriore motivo di partecipazione per chi desidera implementare le proprie conoscenze nella diagnostica specialistica funzionale.

August 15, 2022

Lettera di presentazione dell’evento (Dr. B. Masci) La chirurgia proctologica negli ultimi 25 anni è stata interprete di importanti cambiamenti di tecnica e tecnologia che hanno permesso di fare grossi passi in avanti nella risoluzione non solo dei difetti anatomici, ma soprattutto dei disturbi funzionali dell’ano-retto. In tutto questo noi specialisti italiani abbiamo avuto un ruolo centrale nel dimostrare attraverso numerosi studi multicentrici e pubblicazioni scientifiche, non solo la teoria unitaria del prolasso ano- rettale, ma la stretta e delicata coordinazione tra i diversi comparti pelvici: anteriore, medio e posteriore durante le singole funzioni di continenza ed espulsione urinaria e fecale. Inoltre, abbiamo assistito alle numerose crisi delle società scientifiche, industriali, economico- sanitarie e in ultima ratio alla crisi mondiale del COVID che ha colpito ognuno di noi direttamente o indirettamente. Per questo oggi ti sto invitando a Roma, perché tutto quanto fatto non sia un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza sia per i “veterani” sia per i giovani chirurghi che si vogliono avvicinare ad una branca di alta specializzazione. Tutto questo sotto l’egida di una società scientifica, la Società Italiana Unitaria di Colonproctologia (SIUCP), che è stata guida negli ultimi decenni in Italia, mettendo in risalto il valore della formazione continua in ambito colonproctologico e pelviperineale.

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August 14, 2022

 

Con immenso orgoglio condivido con tutti voi la mia gioia per la pubblicazione di questo testo di chirurgia specialistica di 57 capitoli ed oltre mille pagine, ricco di foto ad alta risoluzione, disegni esplicativi e tabelle che ho curato con entusiasmo crescente.
Un’avventura letteraria nata dalla collaborazione con tanti illustri colleghi e con la prestigiosa Casa Editrice Piccin di Padova che ha richiesto tre anni di appassionato lavoro e che mira ad essere sia un manuale pratico di chirurgia colon-proctologica e pelvi-perineale sia una testimonianza delle tante conoscenze e competenze sviluppate in Italia e nel mondo in questi ultimi anni.
Mi auguro possa rappresentare un valido strumento di consultazione per tutti gli studenti di medicina ed i colleghi che approcciano o desiderano approfondire le loro conoscenze in questa affascinante branca della chirurgia.

Dall’ Introduzione del testo…

La chirurgia colonproctologica è una di quelle branche della medicina specialistica che forse più di altre ha vissuto e sta continuando a vivere un’evoluzione esponenziale. Ciò è evidente dallo sviluppo di tecniche diagnostiche e terapeutiche sempre più sofisticate e sempre più rispondenti alle necessità di una medicina moderna basata sull’oggettività diagnostica e sulla comprovata efficacia delle misure terapeutiche impiegate.

Queste considerazioni trovano giusta applicazione sia nel campo delle patologie onco- logiche, nelle quali lo sviluppo di tecniche di diagnostica per immagini progressivamente più specifiche e sensibili porta verso l’applicazione di procedure operatorie mini-invasive e sempre più rispondenti alle reali esigenze di cura, sia nel campo delle patologie funzio- nali. In queste ultime, inoltre, la evidente necessità di un approccio multidisciplinare se da un lato aggiunge un ulteriore elemento di complessità, dall’altro stimola lo sviluppo di nuove conoscenze con un continuo scambio di informazioni tra colonproctologi ed uro-ginecologi che dà vita ad un un sempre più entusiasmante, virtuoso ed arricchente processo di mutua contaminazione culturale.

Quando per la prima volta all’interno del Consiglio Direttivo della SIUCP parlai dell’opportunità di provvedere alla redazione di Linee Guida Societarie al fine di ottemperare ad un preciso dettame dello stesso Statuto Societario, ci trovammo subito a ragionare sui tanti limiti che un simile progetto avrebbe avuto in termini di realizzazione e di reale fruibilità da parte dei Soci. In quell’occasione Leonardo Lenisa, Consigliere SIUCP, mi sollecitò a pensare alla possibilità di fare qualcosa di più, di più organico e magari più impegnativo ma che se realizzato con il giusto spirito e la giusta dedizione, inevitabilmen- te sarebbe stato destinato ad essere più utile e più efficace. Nasce da lì l’idea di realizzare questo testo; un libro che fosse allo stesso tempo sia un manuale pratico di chirurgia colonrettale, proctologica e pelviperineale sia una testimonianza delle tante conoscenze e competenze sviluppate negli ultimi anni in seno alla nostra Società e che fanno, oggi, di diversi nostri Soci degli apprezzati opinion leaders internazionali. Inutile dire che l’idea venne immediatamente accolta dall’intero Consiglio Direttivo e che questo libro è prima di tutto figlio di quell’immediato entusiasmo.

Lo scopo di questo testo non è certamente quello di rimpiazzare i numerosi testi di colonproctologia già disponibili negli scaffali della letteratura internazionale. Esso inve- ce nasce dalla ferma volontà del Consiglio Direttivo SIUCP di fornire una panoramica aggiornata ed esaustiva sugli attuali orientamenti in chirurgia colonproctologica e pelvi- perineale. Attraverso il contributo degli Autori, la Società intende esprime il suo proprio orientamento scientifico verso le tematiche trattate ed è per questo che il contenuto di questo libro può e deve essere considerato alla stregua di Linee Guida Societarie.

L’intero testo è diviso in 55 capitoli, che si possono virtualmente suddividere in 5 sessioni: una prima sessione è dedicata alle conoscenze in tema di anatomia, fisiologia e tecniche diagnostiche specialistiche con l’aggiunta di capitoli dedicati all’esame clinico colonproctologico ed uroginecologico. Nella seconda sessione si affrontano le più comuni patologie proctologiche con particolare attenzione nel riportare le nuove tecniche chirur- giche ed i possibili benefici dei nuovi presidi disponibili. Un’ampia terza sessione è dedi- cata alle patologie da prolasso pelvico multi-organo nella quale sono descritte le tecniche chirurgiche di cui tanto si dibatte negli ultimi anni con particolare riferimento alle indicazioni ed al trattamento delle complicanze. Nella quarta sessione si affrontano tematiche diverse, quali le tecniche riabilitative ma anche argomenti di sempre scottante attualità quali le malattie sessualmente trasmesse e le problematiche attinenti al trattamento del dolore pelvi-perineale cronico. L’ultima sessione, la quinta, è la più ampia ed è dedicata alla patologia neoplastica del colon-retto. Il libro si conclude con i capitoli dedicati alle urgenze in chirurgia colorettale ed alle tecniche anestesiologiche.

Naturalmente tutto è perfettibile. Già durante la stesura di questo testo si intravedono opportunità per ulteriori approfondimenti, per un maggiore ampliamento di certi argo- menti e, naturalmente, per la rivalutazione a distanza di quelle procedure che oggi sem- brano essere il “gold-standard”. Ma questo è il bello di ogni materia scientifica.

Adolfo Renzi Napoli, 2018

August 12, 2022
Con la parola “diabesità” ci si riferisce ad una condizione in cui il diabete e l’obesità sono associate e per le quali è possibile una cura comune grazie alla chirurgia. Una volta escluse malattie endocrine, la cura del diabete non può prescindere dalla cura dell’obesità. La chirurgia dell’obesità o bariatrica, originariamente nata per il solo controllo del peso, trova quindi un’ulteriore applicazione nella cura del diabete. Questa chirurgia, che a questo punto è più corretto chiamare “chirurgia metabolica” (il diabete è una malattia del metabolismo), ha dimostrato la sua efficacia nel migliorare il controllo degli zuccheri nel sangue. Diversi studi evidenziano come il ritorno dei valori della glicemia nei limiti della norma si osserva già pochi giorni dopo l’intervento chirurgico con una scomparsa del diabete nel 40% dei pazienti. In Italia, a fronte dei circa 600 mila pazienti che ne avrebbero bisogno, sono solo 15 mila gli interventi di chirurgia metabolica che vengono effettuati ogni anno.
August 12, 2022
Negli ultimi anni, grazie all’utilizzo di nuovi materiali protesici, la chirurgia delle ernie inguinali e dei laparoceli (ernie che si formano sulle cicatrici di precedenti interventi chirurgici sull’addome) ha fatto notevoli progressi. Basti pensare che attualmente i chirurghi possono scegliere tra oltre 70 materiali protesici con caratteristiche diverse.
Tutte le protesi, comunemente chiamate “reti”, hanno determinate caratteristiche quali l’essere anallergiche, resistenti alle forze meccaniche e bio-compatibili in modo da integrarsi nel corpo umano con una minima risposta infiammatoria.
Per farla semplice possiamo dire che le protesi si dividono in sintetiche e biologiche.
Le sintetiche sono quelle più utilizzate per le ernie inguinali. Le più innovative tra queste sono pre-sagomate ed auto-fissanti garantendo una riparazione stabile con bassissimo rischio di recidive e di dolore post-operatorio. Sempre sintetiche sono alcune reti di recente sviluppo che grazie ad una composizione diversa sulle due facce, permette al chirurgo di porle a contatto con l’intestino senza danneggiarlo. Con queste protesi si riescono a trattare con successo voluminosi laparoceli.
Le protesi biologiche, che provengono dal mondo animale, sono costituite da pericardio o derma di suino o bovino. Subiscono un particolare trattamento e pertanto sono molto costose ed indicate in casi selezionati.
August 12, 2022
Negli ultimi due decenni, l’incremento delle tecniche chirurgiche laparoscopiche, la cosiddetta “chirurgia con i buchetti”, ha consentito di ridurre significativamente i tempi di ripresa e di degenza dopo molte operazioni addominali (interventi per calcolosi della colecisti, per obesità, per ernia iatale, per resezioni intestinali, ecc.).
Più di recente, al fine di ottimizzare ulteriormente la ripresa post-operatoria e soprattutto di ridurre le complicanze, si stanno diffondendo nuovi approcci metodologici al paziente chirurgico denominati protocolli ERAS (Enhanced Recovery After Surgery), ovvero miglioramento del ricovero dopo chirurgia.
Questi protocolli, che insieme alla mia equipe stiamo adottando da oltre un anno in seguito ad uno specifico corso frequentato in Olanda, si fondano sul principio della multidisciplinarietà con un lavoro integrato di medici, infermieri e nutrizionisti.
Per semplificare potrei dire che i protocolli ERAS, pur differenziandosi a secondo del tipo di intervento chirurgico, si sviluppano in tre momenti principali:
1) FASE PREOPERATORIA: prevede l’attuazione di un adeguato programma informativo sull’intervento chirurgico. L’informazione infatti produce esiti favorevoli di tipo psico-educativo determinando una riduzione del dolore e dell’ansia con una più rapida ripresa delle attività sociali e lavorative.
È prevista l’assunzione di bevande zuccherine fino a 2-3 ore prima dell’intervento chirurgico in modo da affrontarlo in un ottimale stato metabolico-nutrizionale. Non è previsto invece l’utilizzo routinario della preparazione intestinale (clisteri e lassativi) per evitare complicanze quali la disidratazione ed il ritardo della canalizzazione.
2) FASE INTRAOPERATORIA: include la preparazione del paziente all’anestesia, il suo corretto posizionamento sul lettino operatorio, il monitoraggio anestesiologico, il mantenimento delle condizioni di sicurezza e l’assistenza durante il risveglio. Vengono accuratamente evitati il sovraccarico di liquidi e l’ipotermia (uso di coperte termiche) e controllati accuratamente il dolore, la nausea ed il vomito nel post-operatorio. Vengono inoltre evitati presidi medico-chirurgici come il catetere vescicale, il sondino naso-gastrico ed i drenaggi.
3) FASE POSTOPERATORIA: l’obiettivo di questa fase è l’ottenimento di un rapido recupero con ritorno precoce alle attività quotidiane del paziente. Ciò avviene mediante una mobilizzazione fin da poche ore dopo l’intervento ed una rapida ripresa dell’alimentazione orale.
In conclusione potrei dire che l’applicazione costante dei nuovi protocolli ERAS, soprattutto in chirurgia dell’obesità e colo-rettale, rappresenta una reale rivoluzione nel modo di approcciare al paziente chirurgico con una notevole riduzione delle complicanze e con riscontro sempre favorevole sia nei pazienti sia nei loro familiari.
August 12, 2022
Non è la stipsi da rallentato transito intestinale la forma di stitichezza più frequente. Al contrario, la maggior parte delle volte si è stitici perché non si riesce ad espellere le feci. Questa forma di stipsi chiamata “da ostruita defecazione” e i cui sintomi più comuni sono il senso di peso, la sensazione di non essersi svuotati del tutto e, più raramente, la necessità di ricorrere a manovre digitali, dipende da una alterazione della forma del canale rettale (prolasso del retto e rettocele) e non beneficia, a differenza della forma “da rallentato transito”, dei comuni lassativi. Oggi è possibile diagnosticare con semplicità questa patologia e trattarla con efficacia.
August 12, 2022
Oggi, ritornato al lavoro, ritengo doveroso completare questo ciclo di conversazioni sul tema del reflusso gastrico parlandovi della terapia chirurgica e delle nuove opportunità di cura che la medicina offre grazie allo sviluppo di nuovi dispositivi ed al miglioramento delle tecniche più tradizionali.
Di solito, ad impedire il reflusso, “ci pensa” una valvola che si trova tra l’esofago e lo stomaco e che blocca la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola, il cosiddetto sfintere esofageo inferiore, non si chiude più correttamente (per una sua propria debolezza o per la presenza di un’ernia iatale) gli acidi gastrici risalgono nell’esofago provocando i sintomi del reflusso. Mentre la terapia farmacologica agisce riducendo l’acido prodotto dallo stomaco (non sono disponibili farmaci che ridanno forza alla valvola) e quindi, in un certo senso, bypassando il vero problema, la chirurgia mira a ripristinare definitivamente la funzionalità dello sfintere esofageo ed a correggere, quando presente, l’ernia iatale.
Pertanto, quando il trattamento farmacologico non ottiene i risultati sperati, o quando si sviluppa una vera e propria farmaco-dipendenza, può essere preso in considerazione un intervento chirurgico. L’intervento classico, molto migliorato negli ultimi anni grazie alle nuove conoscenze sulla fiso-patologia dello stomaco, è la fundoplicatio. Si tratta, più che di un solo intervento, di un gruppo di interventi simili tra loro. Durante una fundoplicatio, la parte dello stomaco chiamata fondo viene “plicata”, cioè avvolta, attorno all’esofago ottenendo un effetto simile a quella di “un manicotto” anti-reflusso. La funfoplicatio più nota è la Nissen (dal nome del suo ideatore), di cui potete vedere un disegno nella foto.
Più di recente è stato sviluppato negli Stati Uniti un nuovo dispositivo chiamato LINX. Ha la forma di un anello con tante “perline metalliche” che viene posizionato attorno all’esofago. Qui, come si vede dal disegno nella foto, grazie ad un effetto di attrazione magnetica tra le perline, il LINX crea un zona di pressione circolare che funge da nuova valvola. Ho recentemente partecipato, a Londra, alla presentazione europea di questo dispositivo che da qualche settimana è disponibile anche in Italia. È certamente un dispositivo molto semplice da impiantare (non più di 30 minuti) e dai risultati estremamente incoraggianti.
Tutti queste procedure chirurgiche sono eseguite con tecniche mini invasive, cioè in laparoscopia (con i buchetti, per intenderci) e con un tempo di ospedalizzazione di soli due giorni. A differenza delle cure farmacologiche, come dicevo prima, la chirurgia mira al ripristino definitivo della funzionalità dello sfintere gastro-esofageo.
Dunque, sebbene oggi moltissimi pazienti possono essere curati efficacemente con la terapia farmacologica, per molti altri, sopratutto i pazienti che non rispondono ai farmaci, o rispondono solo parzialmente, o che rischiano (perché giovani e con una lunga aspettativa di vita) di sviluppare farmaco-dipendenza, è possibile beneficiare di queste nuove procedure chirurgiche mini-invasive.
August 12, 2022

Il Pallone Intragastrico è un dispositivo medico che consiste in una sfera di silicone che viene posizionata nello stomaco dei pazienti che necessitano di perdere peso. La procedura dura pochi minuti e si esegue in sedazione. Poche ore dopo il paziente può tornare a casa. Il pallone può rimanere nello stomaco sino a 6-12 mesi e poi viene rimosso nello stesso modo con cui è stato posizionato. Il dimagrimento si ottine grazie ad un marcato senso di sazietà preceode che induce il paziente a ridurre significativamente il suo introito di cibo.

August 12, 2022
Abbiamo parlato dei “7 cibi top“ da introdurre nella dieta di chi soffre di reflusso gastro-esofageo per ridurne i sintomi.
Vediamo adesso quali cibi sarebbe meglio evitare e soprattutto perché.
Intanto vi ricordo che per reflusso gastro-esofago si intende la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago a causa del malfunzionamento della valvola denominata sfintere esofageo inferiore. A ciò si aggiunge in alcuni pazienti, giusto per complicare un po’ le cose, anche un’ernia iatale (ma di ciò ne parliamo più nel dettaglio in un prossimo post).
Ma veniamo al punto di oggi. È bene sapere che alcuni alimenti possono accentuare i sintomi, in particolare il bruciore e le eruttazioni, attraverso tre meccanismi:
1. Incrementando la produzione di acido da parte dello stomaco (più acido c’è, più ne può refluire).
2. Provocando infiammazione della mucosa esofagea, già danneggiata dal reflusso, per contatto diretto (i cibi acidi, per esempio, scendendo lungo un esofago il cui rivestimento è già eroso dall’acido gastrico, provocano dolore semplicemente toccando queste aree danneggiate).
3. Favorendo l’apertura dello sfintere esofago inferiore e consentendo dall’acido di risalire, senza ostacoli, in esofago.
Ecco dunque l’elenco dei cibi da evitare in quanto che, per uno o più di questi meccanismi, favoriscono il reflusso:
Agrumi (limoni, pompelmi, arance), mirtilli rossi e succhi di frutta già confezionati
Pomodoro
Cipolla cruda
Panna acida
Salse da condimento
Cacao
The, caffè e tutte le bevande contenenti caffeina
Bibite gassate (comprese le acque effervescenti)
Alcolici e superalcolici
Spezie ed in particolare menta, paprica, peperoncino, pepe, curry, noce moscata
Formaggi a pasta dura
Carni grasse, insaccati
Fritture
Prodotti di pasticceria
Bene ragazzi, grazie a tutti per l’attenzione. Un saluto affettuoso dalle campagne e dal mare del Sud.
A presto
PS: A proposito. Non dimenticatevi di condividere queste informazioni… possono essere di aiuto. Grazie ancora.